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La postura dello spirito – Una prospettiva

La visione della postura secondo lo Shiatsu Ryu Zo

Dopo oltre trent’anni trascorsi come operatore e più di venti come insegnante, ho scritto due libri sullo Shiatsu Ryu Zo per spiegare e motivare le teorie del metodo e illustrarne le tecniche. I libri si intitolano: Shiatsu Ryu Zo-I principi della cura e Shiatsu Ryu Zo–Il Manuale10. Questa presentazione ai testi è stata scritta circa due anni dopo la loro pubblicazione. Non è solo un riassunto dei temi già trattati nei libri perché presenta anche temi solo sfiorati o del tutto assenti in essi. Infatti la ricerca e l’approfondimento non si arrestano.

PRESENTAZIONE

“Nella lingua cinese e giapponese la parola salute (Kenko) è composta da due caratteri. Il primo, Ken, indica l’essere umano e qualcosa che sta dritto, eretto; il secondo, Ko, significa essere a proprio agio o rilassati dopo essersi liberati da tutto ciò che è estraneo.
All’inizio dell’I-Ching, il classico testo cinese della divinazione è scritto: “La strada per il Paradiso è la rettitudine”.
Un tradizionale concetto orientale si esprime in termini di “corpo retto e mente a proprio agio”.
Così il secondo carattere si riferisce anche alla posizione e alla pace mentale.
Questi due caratteri, assieme, rendono l’idea di stare dritti, mentre contemporaneamente si è rilassati e a proprio agio11.”

L’”asse centrale” alla quale allude Masunaga nelle parole di introduzione tratte da un suo testo, è la chiave della postura eretta. La postura eretta è specifica degli esseri umani. Esamineremo ora assieme come collocare questa affermazione da un punto di vista bio-anatomo-funzionale.

Osservando gli esseri viventi dal punto di vista della disposizione spaziale, la prima separazione a comparire negli organismi unicellulari, tramite la membrana cellulare (fig. 0), è quella costituita dalla differenziazione interno-esterno.

Fig. 0

In questa classe di viventi non esistono direzioni né organizzazioni quali alto-basso, avanti-dietro, destra-sinistra.

Via via che l’organizzazione del vivente si fa più complessa, ecco apparire i primi orientamenti. L’alto-basso compare ad esempio già nelle meduse e nei polpi (fig.1/2) che presentano infatti un polo cefalico ed uno caudale ma non un vero e proprio asse centrale e relativa lateralità.

Fig. 1
Fig. 2

Essa invece compare nei crostacei marini e nei gasteropodi (fig.3/4), i quali mostrano sia nel cordone nervoso, sia nell’apparato circolatorio, sia nell’apparato digerente, un chiaro abbozzo di quella organizzazione che si strutturerà attorno alla colonna vertebrale, non ancora esistente in essi perché dotati di esoscheletro.

Fig. 3
Fig. 4
Fig. 5

Colonna vertebrale che compare chiaramente nei serpenti (fig.5), dove quindi le direzioni antero-posteriore e destra-sinistra si presentano complete, essendo però poco rappresentata quella alto-basso.

Nei rettili diapsidi (coccodrilli fig.6) dotati di zampe, la distanza dal suolo aumenta, restando però l’orientamento orizzontatale della colonna vertebrale e del corpo il solo possibile.

Fig. 6

Per trovare un diverso orientamento e inclinazione della colonna vertebrale e del capo occorre giungere ai volatili (fig.7), nei quali appaiono curve sul piano sagitale (antero-posteriore) quando nei rettili si trovano solo curve disposte sul piano orizzontale.

Fig. 7

Nei mammiferi (fig.8) si vedono comparire tutti gli elementi scheletrici e le spazialità che troviamo nell’essere umano, anche se gli angoli e le curve con i quali si dispongono colonna vertebrale, arti e capo sono ancora molto diversi da quelli umani.

Fig. 8

Tuttavia diventa possibile, almeno per alcuni momenti, assumere una posizione bipede e deambulare in tal modo (si vedano i plantigradi fig. 8b).

Fig. 8b

Nei marsupiali (fig.9) l’angolo della colonna vertebrale è decisamente più verticalizzato, anche se quello del femore resta molto diverso dagli umani.

Fig. 9

Per i quadrumani (fig.10) la posizione del cranio raggiunge quasi quella degli umani. Restano però molto diverse la deambulazione, che non prevede la possibilità di corsa bipede per tratti lunghi, la fonazione, per la mancanza degli apparati relativi, e la prensione, per le differenze anatomiche rispetto al pollice opponibile.

Fig. 10

Giungendo agli umani, osserviamo la comparsa delle tre curve vertebrali sul piano sagitale, l’allineamento del capo sulla verticale del sacro, l’orientamento dello sguardo all’orizzonte, la comparsa dell’apparato fonatorio e del pollice opponibile (fig. 11,12,13,14, 15).

Fig. 11
Fig. 12
Fig. 13
Fig. 14
Fig. 15

La deambulazione è esclusivamente bipede così come la corsa. L’andatura quadrupedica è solo un passaggio dell’infanzia per poi condursi alla stazione eretta. Il porsi in questa posizione ha creato una serie di possibilità (la fabbricazione di strumenti, la comunicazione verbale, la corsa bipede per cacciare e combattere, ecc.) ma anche di difficoltà (il parto e la gravidanza, il tempo di guadagnata autonomia dei cuccioli, la complessità neuro-meccanica della stazione eretta e il relativo dispendio energetico, ecc.).

Qualcuno ha ipotizzato che dopo aver assistito alla “conquista della posizione eretta” nelle prossime generazioni si potrebbe assistere alla “perdita della posizione eretta”. Le ore trascorse al computer, l’estendersi di ausili automatizzati, il prevalere delle abitudini sedentarie potrebbe causare quanto, in termini umoristici, mostrato nelle fig. 16.

Fig. 16

Con l’assunzione della posizione eretta e il suo mantenimento siamo invece di fronte al guadagno di uno spazio orientato nelle sei direzioni alto-basso, avanti-dietro, sinistra-destra (fig. 17). L’esperienza di questo orientamento è specifica degli esseri umani e della loro postura; è logico immaginare la conoscenza e l’utilizzo dello spazio differente per ogni vivente, in relazione alle relative posture.

Fig. 17

C’è un’altra linea di ricerca che mi ha molto colpito a proposito dei concetti espressi nello Shiatsu Ryu Zo riguardo alle direzioni. Riguarda la regolazione genetica delle strutturazioni spaziali dei viventi. In un testo curioso e avvincente12 si trovano le nozioni che conducono alla scoperta dei geni detti HOX, i quali governano il fondamentale ordine cefalo-caudale che, negli umani attraverso la stazione eretta, diviene la polarità alto-basso. Potrebbe apparire abbastanza ovvio trovare alcune somiglianze genetiche tra gli umani e i mammiferi, oppure con animali che presentano almeno uno scheletro, o una spina dorsale. In realtà questi geni compaiono già in organismi molto più semplici. Sebbene negli umani siano più numerosi e organizzati, tuttavia restano strettamente imparentati con quelli che hanno la stessa funzione nella mosca o negli anemoni di mare e sono comuni, sotto questa forma, ai tantissimi esseri viventi compresi tra noi umani, insetti e invertebrati marini (fig. 17b).

Fig. 17b

E ancora: già gli anemoni di mare presentano geni regolanti l’organizzazione dorso-ventrale, simili a quelli umani. Trovo in queste nozioni un appoggio all’idea che l’organizzarsi della vita, oltre un certo livello di complessità organica, avvenga obbligatoriamente attorno a direzioni e polarità. Quest’organizzazione spaziale, che prevede nei corpi un alto e un basso, un davanti e un dietro, una destra e una sinistra, è profondamente scritta nella genetica della vita. Infatti, si manifesta fin dagli esseri viventi più semplici, mantenendosi costantemente presente in invertebrati, insetti, pesci, rettili, volatili e mammiferi fino a quelli più complessi, cioè noi essere umani.

Questo perché rappresenta una necessità e una funzionalità, oltre a manifestare un profondo ordine naturale. Anche le piante possiedono un orientamento spaziale molto chiaro, tuttavia i geni che lo regolano non sono i medesimi di quelli presenti nel regno animale. Questo, assieme al diverso metabolismo che le mette in grado di trarre energia dalla luce ossidando l’acqua (“fuoco dall’acqua”), testimonia una diversa linea biologica, alla quale tutti noi “combustori di ossigeno”(“fuoco dall’aria”), dobbiamo la vita. Quindi possiamo affermare che l’essere umano goda/patisca di una disposizione spaziale unica e caratteristica tra gli esseri viventi. Sebbene gli elementi biologici, neuro-muscolo-scheletrici e genetici che ne consentano la manifestazione compaiano già in altri viventi, non hanno mai la medesima organizzazione presente in un essere umano. Per richiamare rapidamente la complessità neuro-muscolare che comporta l’andatura bipede, basterà accennare alle enormi difficoltà incontrate nel riprodurla artificialmente. Attualmente gli esoscheletri robotizzati studiati per riportare alla deambulazione i paraplegici, deambulano solo con l’uso delle stampelle da parte dell’essere umano (fig. 18) oppure, in assenza di stampelle, necessitano di un punto di sospensione (fig. 19).

Fig. 18
Fig. 19

In sintesi l’equilibrio dinamico su due punti di appoggio (con relativi imprevisti) non si trova ancora alla portata delle capacità di elaborazione di programmi e computer odierni. Riguardo agli strabilianti video che si trovano in rete dei robot della Boston Dynamics (fig.20), quello che non viene di solito mostrato è che quelle prestazioni sono ancora ottenute con un joystick di controllo in mano ad un ingegnere. Questo non vuol dire che non si arriverà mai ad un robot bipede autonomo ma, al momento, occorre studiare ancora un po’.

Fig. 20

Esaminati alcuni dati scientifici riguardanti la postura umana, studieremo ora i riferimenti della cultura cinese che si trovano alla radice delle affermazioni di Masunaga.
L’”asse centrale” alla quale allude Masunaga nelle parole di introduzione tratte da un suo testo, è la chiave della postura eretta. In parte coincide con la colonna vertebrale, in parte coincide con un atteggiamento esistenziale. Ho trovato illuminate al riguardo quanto scrive Gu Mei Sheng. Questa singolare figura di studioso e insegnante di Taiji Quan e soprattutto delle sue radici taoiste (ma senza disconoscere ne rifiutare anche quelle confuciane e buddiste) fu anche un colto insegnante universitario in Francia. Egli commenta la frase ”seguire la linea mediana (Du) e prenderla come principio permanente”13 scrivendo “ Il termine Du, che riassume tutto lo spirito del capitolo, è d’altronde ben noto agli specialisti della medicina cinese perché è il nome del meridiano che passa al centro della schiena lungo la colonna vertebrale (fig. 21)14”.

Fig. 21

Prosegue15:”In verità Zhuangzi prende a prestito questa nozione per indicare una nozione molto più importante e fondamentale. Secondo Zhuangzi Du è una linea che passa al centro del corpo. Questo “tracciato” non è altro che un riflesso impresso dal Principio Supremo. È da questa linea mediana che derivano la saggezza, l’energia e il principio vitale che è la sorgente della salute….Effettivamente se si osserva bene questo principio ne deriverà di poter “conservare la propria vita, riscoprire la propria natura, mantenere il proprio corpo (di conseguenza la propria salute) e raggiungere il limite naturale della propria esistenza” (Zhuangzi). Zhuangzi e Laozi non raccomandano di dedicarsi alle pratiche di lunga vita o della immortalità del corpo, come è invece il caso dei taoisti posteriori. Consigliano solamente di proteggere la propria vita dalle possibili cause di morte prematura e di riscoprire la natura originaria che non è altro che il grande Principio nell’uomo” “Non si tratta di far durare questo corpo indefinitamente. È piuttosto quello che Laozi intende con “restare sempre all’interno” che Zhuangzi indica con “tenere il centro dell’anello”. E più oltre16, sempre allo stesso riguardo “Questo asse sottile esiste e non esiste allo stesso tempo. I taoisti lo chiamano-in mancanza di meglio- Dao; i buddisti lo chiamano Assoluto immutabile, Immutabilità autentica; i confuciani lo chiamano-con il rischio di essere mal compresi- “Cielo” (Tian).” “Questa linea perfettamente vuota, sorgente della saggezza, dell’energia e della salute, Zhuangzi la chiama Du”.
Quindi nella interpretazione di Gu Mei Sheng, Du, lungi dall’essere solo il meridiano centrale posteriore della colonna vertebrale, significa ad un tempo il riflesso nell’essere umano del Dao, qualcosa perciò di ampio e sfuggente, e insieme, una struttura-esperienza che l’essere umano può studiare e utilizzare. Ne sola materia, ne sola immaterialità, quando si coglie l’unione di questi due aspetti si centra l’equilibrio della propria postura, ad un tempo fisica e spirituale.
Il pensiero cinese (in particolare quello taoista) non procede per modellizzazioni e definizioni, piuttosto per accenni ed allusioni. D’altra parte gli ideogrammi, essendo alla fine stilizzazioni di pittogrammi, hanno più l’ampiezza di significati di una immagine piuttosto che la precisione della parola scritta.
Così quando ci si approccia a quella particolare struttura-funzione che noi traduciamo con la parola “meridiani” (ma io preferisco “canali”) proveniente dalla Tradizione Cinese riguardo il corpo umano, descriverli solo come un percorso tracciato senza vederli anche intrecciati in modo simbolico ma reale, con la vita che il corpo ove si trovano vive, risulta miseramente povero e limitato.
Ci sono altri riferimenti nella Tradizione Cinese e Giapponese ai quali attingere per sostenere le affermazioni di Masunaga. Ne ho estesamente discusso in Shiatsu Ryu Zo-I principi della cura17. Rimando perciò a quel testo per chi desideri approfondire ulteriormente.

E ora, rimane di fare assieme l’ultimo passaggio: studiare cioè i significati e l’etimologia della parola spirito, per scoprire che cercare la “postura dello spirito” non è affatto vano ne folle.
“La radice di spiritus è quella del verbo spiro, “io soffio”18.
Ma lo spiritus non riguarda solo gli esseri umani:

Principio caelum ac terras camposque liquentis
lucentemque globum lunae Titaniaque astra
spiritus intus alit, totamque infusa per artus
mens agitat molem et magno se corpora miscet.

In principio il cielo e la terra e le liquide piane
e la lucente sfera della luna e le stelle titanie
lo spirito alimenta in profondità, e diffusa per gli arti la mente
muove la mole intera e si mischia al gran corpo.
Virgilio Eneide VI, 724-727

Quindi, per Virgilio lo spiritus perfonde l’intero cosmo, non solo gli esseri umani.

Ma non spaventatevi. Terminerò qui le citazioni latine, anche se potrebbero proseguire. Aggiungo solo per curiosità che, nel greco antico della traduzione biblica dei Settanta, la parola πνευματικός (pneumatikos) traduce il termine “spirituale” poiché il πνευμα (spirito) non ha a che fare tanto con il gommista quanto con Dio, gli esseri umani e la natura. Concludo con una citazione che penso tutti ricorderete e cioè che per la Bibbia quando si tratta di dare la vita ad Adamo, Dio gliela trasmette con un “soffio”(Genesi 2,7).
Date queste premesse, comprendere perché ora lo “spirito” sia divenuto qualcosa che ben poco ha a che fare con il corpo supera i limiti di questa relazione. Le radici , però, son ben chiare. Sostenere perciò che lo “spirito” ha a che fare con il respiro e con la sua qualità, ci vede in buona compagnia. Allora la postura dello spirito diviene la postura del respiro (fig. 22).

Fig. 22

Se si aggiunge che respiro, postura e attitudine mentale sono strettamente collegate, eccoci arrivati al punto (fig. 23/24). Gli esseri umani dispongono di uno strumento potente quanto spesso sconosciuto o disatteso: il proprio corpo. Praticando l’attenzione a se stessi, senza divenire ossessionati dal giudizio da dare o dalle prestazioni da produrre, semplicemente ascoltandosi e rimanendo attenti, in ascolto di sé, ci si può rendere via via familiari al proprio respiro, fino a scoprire la “postura del respiro” e magari anche il respiro che ci respira.

Fig. 23
Fig. 24

Vi sono pratiche che possiamo applicare per recuperare questa equilibrio-funzione originale. A volte possiamo esercitarle in autonomia, seguendo le indicazioni di un insegnante, a volte le nostre condizioni necessitano di un aiuto e la nostra sola pratica non basta.
Lo Shiatsu Ryu Zo è una elaborazione originale di nozioni ed esperienze che vanno dalla Scienza alla Kinesiologia, dallo Zen al Cristianesimo e allo Shinto.
Fa parte delle discipline di cura che si occupano di favorire il ritorno degli esseri umani alla propria centratura e alla salute intesa come “rettitudine rilassata” della quale scrive Masunaga oppure intesa come seguire il Du, secondo quanto spiega Gu Mei Sheng.
Nello Shiatsu Ryu Zo questo riguarda ambedue i partecipanti al trattamento; si può anche dire che il trattamento è cura sia per il ricevente che per l’operatore, non essendo, essi, considerati come parti separate ma come partecipanti e co-creatori dello stesso fenomeno-trattamento.
Lo Shiatsu Ryu Zo utilizza quattro principi che si trovano alla base di ogni cura:

    • essere presente
    • lasciarsi sostenere
    • valutare bisogni
    • apprezzare cambiamenti.

Si trova in essi l’ordine della croce, dei quattro punti cardinali. Lo stesso ordine che consente tramite il distinguersi delle polarità, i flussi del cambiamento e del movimento. Nel corpo umano le linee rette si generano da curve e spirali (fig.25).

Fig. 25

Occorre fare attenzione a non scambiare la rettitudine con la rigidità e l’ordine con l’assenza di cambiamento e la morte. Cercando il centro si fa la scoperta del vuoto che genera il movimento e la quiete (fig. 26).

Fig. 26

La postura dello spirito, allora appare come naturale.

Aldo Doshin Shinnosukè Ricciotti

 

 

 


 

  1. Shiatsu Ryu Zo-I principi della cura, Shiatsu Ryu Zo–Il Manuale - Shiatsumilano editore
  2. Esercizi Zen per immagini pag. 23 - Shizuto Masunaga - Ed. Mediterranee
  3. Neil Shubin - Il pesce che è in noi - Rizzoli editore
  4. capitolo 3 del Libro 2 dello Zhuangzi in Testi Taoisti - UTET editore
  5. pag. 47 del testo citato
  6. pag. 48 del testo citato
  7. pag. 57 del testo citato
  8. Shiatsu Ryu Zo-I Principi della cura - Shiatsumilano editore
  9. Nicola Gardini - Le 10 parole latine che raccontano il nostro mondo pag. 169 - Garzanti editore
  10. Shiatsu Ryu Zo-I principi della cura, Shiatsu Ryu Zo–Il Manuale – Shiatsumilano editore
  11. Esercizi Zen per immagini pag. 23 – Shizuto Masunaga – Ed. Mediterranee
  12. Neil Shubin – Il pesce che è in noi – Rizzoli editore
  13. capitolo 3 del Libro 2 dello Zhuangzi in Testi Taoisti – UTET editore
  14. pag. 47 del testo citato
  15. pag. 48 del testo citato
  16. pag. 57 del testo citato
  17. Shiatsu Ryu Zo-I Principi della cura – Shiatsumilano editore
  18. Nicola Gardini – Le 10 parole latine che raccontano il nostro mondo pag. 169 – Garzanti editore